True Generation: i ragazzi alla ricerca della verita’, con il rifiuto dei miti del passato
“I hope to change the world for the better.”
A parlare è Lenny, una delle 900 voci raccolte dal NY Times per avvicinarci al mondo della prima vera generazione digitale, la Gen Z, anche detta True Gen.
Nati fra il 1995 e il 2010, fin dalla prima infanzia sono stati esposti alla Rete come dimensione identitaria e corporea.
Realisti, pragmatici, rifiutano le etichette. Sono alla ricerca della verità: su loro stessi, sulla società, sulla religione, sul punto di vista degli altri. A differenza delle generazioni che li hanno preceduti, i ragazzi e le ragazze della Z-Generation rifuggono gli stereotipi a senso unico e preferiscono sperimentare diversi modi di essere loro stessi. La Rete permette loro di sposare cause diverse, in cui si riconoscono, con un approccio trasversale, indipendente da classi, generi, religioni.
Pronti al dialogo, realisti e radicalmente inclusivi: per loro vivere “on line e off line” si traduce in una modellazione degli spazi senza limiti di fisicità. Compongo nuovi contenitori in cui non c’è separazione tra reale fisico e virtuale.
Questi ragazzi dai 9 ai 24 anni stanno influenzando le generazioni precedenti anche nelle scelte di consumo. Il consumo non è più possesso, ma la possibilità di accedere ad un prodotto o ad un servizio. I prodotti stessi diventano servizi.
Attraverso le scelte di consumo si esprime la propria individualità: non si acquista per esprimere appartenenza/separazione o per status symbol. L’acquisto per la Gen Z diventa completamento e manifestazione di sé. Vesto i messaggi che mi identificano: ecco perché si è disposti a pagare di più per capi personalizzati.
Le aspettative nei confronti dei Brand si sono alzate.
I Brand sono chiamati a ricucire lo strappo dai grandi riferimenti del passato, in cui le nuove generazioni non credono più. Senza maestri né padri.
Non è un gap generazionale, ma è un salto di specie.
Vincono le Marche che Sono, in piena coerenza con quello che Fanno.